Cause e caratteristiche del Disturbo Ossessivo Compulsivo

Di solito quando un clinico è chiamato a spiegare le malattie alle persone tende a utilizzare spesso vocaboli tecnici e finisce per confondere  le idee e risultare poco chiaro.

In questo post spero di riuscire a spiegare le cause e le caratteristiche del Disturbo Ossessivo Compulsivo in maniera chiara ed esaustiva.

Per semplicità utilizzerò il termine DOC parlando del Disturbo Ossessivo Compulsivo.

Detto ciò, direi che possiamo partire spiegando cos’è il DOC…PRONTO?

Quante volte hai pensieri che appaiono nella mente e ti distraggono da quello che stai facendo? ….ho sentito bene? Hai detto spesso? Ottimo! Ti confesso che è tutto normale.

E’ assolutamente comune che alcuni pensieri che non hanno nulla a che fare con quello che stai facendo in quel momento, ti appaiano; si chiamano PENSIERI TANGENZIALI; sì…è proprio come la tangenziale che si estende ai bordi delle città.

Questi pensieri non possono essere bloccati in quanto fanno parte dell’adattamento della nostra specie umana e sono serviti per non estinguerci.

I pensieri possono essere anche attivati da migliaia di STIMOLI esterni (rumori, profumi, sensazioni, eventi, ecc.) oppure interni (sensazioni fisiche) che, una volta percepiti dal nostro corpo e dalla nostra mente, possono crearci delle tensioni.

In atre parole, quando il tuo corpo percepisce queste esperienze (interne o esterne) si possono creare delle tensioni che ti fanno “partire” determinati PENSIERI a riguardo che si ripetono ogni qualvolta l’esperienza si ripresenta. Se questi pensieri si ripropongono svariate volte nella giornata o nella settimana si creano delle OSSESSIONI.

Potrei riassumere la procedura in questo modo: Accadono delle esperienze (stimoli), queste suscitano immagini mentali (pensieri) che attivano tensioni nel corpo che ti portano a ripensare più volte, quindi a rimuginare, su una determinata questione. Così nascono le Ossessioni.

Ti starai chiedendo, “Come mai alcuni stimoli attivano le mie difese creandomi tensione?”

La risposta risiede nel fatto che alcuni stimoli possono essere conflittuali con le tue credenze, i tuoi valori e le tue convinzioni personali; tutti questi aspetti possono attivare forti risposte emotive e corporee.

Ovviamente gli stimoli attivanti variano da persona a persona quindi non esistono degli stimoli che in assoluto provocano reazioni nel corpo e altri che non ne provocano. E’ molto personale anche se esistono stimoli più comunemente attivanti e altri meno ma di questo parlerò più avanti nel post.

Arriviamo ora alla Seconda Parte del DOC: le COMPULSIONI.

L’esperienza ripetuta di pensieri e immagini mentali intrusive, può determinare una sensazione di instabilità, mancanza di controllo della situazione e preoccupazione. Queste sensazioni provocano quella che viene definita in termine tecnico disforia, cioè un’alterazione importante del tono dell’umore, sia nel senso depressivo che nel senso eccitatorio.

Nel momento in cui provi sensazioni disforiche sarai portato a volerle controllare, e qui nascono le COMPULSIONI che possono definirsi come comportamenti ripetuti che metti in atto per controllare la situazione e riportare il tuo umore a uno stato di calma.

Il circolo vizioso è innescato!!

Alla presenza di determinati stimoli attivanti, risponderai con comportamenti compulsivi per gestirli e per fare calare la sensazione di Ansia.

Se ci pensi è un po’ come se volessi controllare la situazione con gesti e rituali “superstiziosi”; per esempio “se ripeto questa azione più volte, la situazione si sistemerà”. L’elemento negativo che spesso peggiora la situazione è che attraverso i rituali la situazione ansiosa sembra migliorare e questo rinforza tutto il procedimento e sarai portato, in futuro, a rimettere in atto quel rituale ogni volta che si ripresenterà lo stimolo attivante.

I rituali possono essere azioni o pensieri

Ecco spiegata la compulsione!

L’ultimo aspetto su cui mi vorrei soffermare in questo post è relativo alla “scelta” delle compulsioni”.

Ovviamente non è che tu scegli veramente le azioni da ripetere, però inconsapevolmente selezioni delle compulsioni specifiche e ne scarti altre; questo è dovuto alla nascita della convinzione che alcuni rituali siano più efficaci di altri nella gestione e controllo delle situazioni stressanti/attivanti.

In altre parole alcuni rituali funzionano e altri no.

Ovviamente sono convinzioni superstiziose, ma se devi diminuire una situazione sgradevole, qualsiasi cosa funzioni va bene…..che ne dici? J

Tutto questo processo (Ossessioni + Compulsioni) di rinforza nel tempo e senza accorgerti ti ritrovi all’interno di un circolo vizioso dal quale è difficile uscirne da solo; non è impossibile ma sicuramente è molto complicato.

Ecco spiegato perché le compulsioni sono molto personali anche se esistono macroaree specifiche che analizzeremo in altri post; ne approfitto solo per elencarle:

Lavaggio e pulizia: pulizia di parti del corpo per evitare contaminazioni di varia natura;

Controllo: controllare di aver compiuto alcune azioni (chiusura auto, casa, gas, ecc.);

Ripetizione e Conteggio: ripetizione di parole, numeri, rileggere capitoli o frasi, ecc.;

Ordine e Simmetria: Organizzare e riordinare qualsiasi cosa;

Compulsioni mentali: Ripetere pensieri specifici per ridurre l’Ansia.

Spero di essere riuscito a rendere un po’ l’idea delle caratteristiche fondamentali del DOC!

BIBLIOGRAFIA

  • Dèttore, D. (2002). Il disturbo ossessivo-compulsivo. Caratteristiche cliniche e tecniche di intervento. Milano: McGraw Hill
  • Lakatos A e Reinecker H (2005). Terapia cognitivo-comportamentale nel disturbo ossessivo-compulsivo. Un manuale terapeutico. Giovanni Fioriti, Roma
  • Melli, G. (2018). Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Trento: Centro Studi Erickson.
  • Wells A. (2008). Metacognitive therapy for anxiety and depression. Guilford, New York.

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