Paura di volare: Guida completa

La preparazione del viaggio, l’arrivo in aeroporto, il check in, i controlli di sicurezza, l’imbarco al gate e il salire sull’ aeromobile sono operazioni comuni per chi vola ma se hai paura la musica cambia….e di molto!

Volare è sempre stato motivo di fascino per l’essere umano e i primi a tentare di librarsi in volo, fratelli Wright, tentarono di farlo attraverso una sorta di aereo spinto da un piccolo motore.

Per molte persone, però, una cosa così bella e affascinante come il volo può trasformarsi in motivo di paura e ansia. Alcune ricerche hanno dimostrato come almeno un soggetto su tre soffre di paura di volare e che almeno il 10% della popolazione non ha mai preso l’aereo per paura.

Cos’è l’ Aerofobia?

Il termine che descrive questo tipo di paura è Aviofobia o Aerofobia, in inglese Fear of Fliyng (FOF) e descrive pensieri negativi e forti sintomi fisici spiacevoli nel momento in cui si vola o solo si pensa a volare.

Nel classificatore internazionale (DSM 5) è considerata una fobia specifica e vengono descritti tutti i sintomi che emergono quando si approccia il volo e gli stimoli a esso associati; questi vengono sistematicamente evitati o sopportati con estrema paura compromettendo il funzionamento dell’individuo e peggiorando la qualità di vita in quanto il soggetto non è libero di utilizzare l’aereo come ulteriore mezzo di trasporto. Certo ne esistono molti altri (Treno, Bus, Metropolitana, Automobile) ma per raggiungere luoghi molto lontani per necessità private o di lavoro, non poter utilizzare l’aereo può diventare sintomo di forte disagio e sofferenza.

E’ vero che il volo, come gli altri mezzi di traposto, non è così privo di rischi in quanto è possibile che si verifichi un incidente aereo, ma tale possibilità è sovrastimata dalla persona che ha paura e di conseguenza l’esposizione a determinati stimoli può creare forti timori.

La paura del volo può presentarsi durante l’esperienza diretta o addirittura al solo pensiero di volare provocando sensazioni di forte disagio e andando a interferire con la sfera sociale, personale e lavorativa del soggetto.

Evitamento

Queste interferenze derivano dal nemico più grande: l’EVITAMENTO

La persona che ha paura metterà in campo numerosi evitamenti per non volare complicandosi ampiamente la vita: per esempio non potendo recarsi in alcuni luoghi per lavorare, oppure creando contrasti con il proprio compagno/a che vorrebbe andare in vacanza in un luogo raggiungibile solo in aereo.

Spesso diagnosticare la FOF può essere difficile in quanto può essere inserito in un quadro di malessere più ampio come la Claustrofobia, il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) con Agorafobia o il Disturbo d’Ansia Generalizzato (DAG), ecc.

Sintomi “Paura di Voalre”

Ecco i princiapoli Sintomi Comportamentali, Cognitivi e Fisiologici:

Dal punto di vista comportamentale il primo segnale significativo della paura di volare è l’Evitamento: qualsiasi persona che abbia paura di volare ha provato almeno una volta nella vita a evitare tale situazione. L’evitamento è molto variabile e non esistono forme univoche; può passare dal rifiuto totale dell’esperienza paurosa alla tentazione di affrontare situazioni specifiche.

Spesso vengono messe in campo delle strategie di fronteggiamento  (coping) disfunzionali quali scegliere una postazione a bordo specifica (davanti o dietro all’interno dell’aereo) immaginando che sia più sicura di altre, produrre frequenti domande al personale di bordo circa le caratteristiche del volo, dell’aeromobile, le ore di volo dei piloti, se sono affidabili o se è stata fatta la dovuta manutenzione, ecc. Altri soggetti preferiscono bere alcolici o assumere gocce (Benzodiazepine) per calmare la tensione e volare in pace.

A livello cognitivo troviamo sintomi quali la paura che l’aereo possa cadere, il timore di sentirsi rinchiuso in uno spazio dove non è possibile scappare, non riuscire a respirare liberamente, rimanere intrappolato oppure avere un infarto. Alcuni soggetti hanno timore di perdere il controllo e/o “fare brutta figura” a livello sociale rischiando di essere giudicati male dagli altri passeggeri. La domanda tipica è:” e se dovessi stare male?”. Sono tutte situazioni tipiche.

A livello fisiologico i principali sintomi sono l’accelerazione del battito cardiaco, l’ aumento del ritmo respiratorio, l’aumento della sudorazione, agitazione, disturbi gastrici, cefalea.

 Spesso possono insorgere veri e propri attacchi di panico.

Come si sviluppa l’aviofobia?

Per spiegare come si sviluppa una fobia specifica, in questo caso la paura del volo, prenderò in esame solo alcune teorie di chiaro stampo scientifico cognitivo comportamentale essendo personalmente specializzato in terapia Cognitivo Comportamentale ed essendomi caro l’approccio scientifico.  

Comunemente si pensa che l’unico modo per sviluppare una fobia specifica sia vivere in prima persona un’esperienza pericolosa e paurosa, in realtà non è così. Si può sviluppare una fobia anche attraverso modalità indirette quali ascoltare qualcuno che racconta un evento grave oppure assistere a un evento traumatico mentre sta accadendo ad altre persone.

Ormai dagli anni’70 il Condizionamento Classico elaborato da Ivan Petrovic Pavlov agli inizi del’900, ha spiegato come si crea una paura e ha descritto come uno stimolo, che in precedenza non ha mai destato timore, possa iniziare a farci paura se associato a qualcosa d’altro.

 Per esempio, la vista di un aereo, che fino a quel momento è uno stimolo neutro perché non provocava nessuna emozione, può diventare condizionato e creare timore se associato a qualcosa di pauroso come il pensiero di poter stare male  a bordo oppure che il velivolo possa cadere. A fronte di ciò il soggetto inizierà a evitare la situazione ansiogena rinforzando la paura stessa (Condizionamento Operante). Questo processo spiega come nasce e si rinforza la paura in una persona che ha vissuto realmente una situazione di pericolo.

Come descritto sopra, può nascere la paura del volo anche senza aver vissuto una situazione paurosa in prima persona. Bandura spiega già nel 1969 come un soggetto può provare ansia attraverso l’osservazione degli altri.

In questo senso, durante la seconda guerra mondiale, ascoltando i racconti di commilitoni che avevano combattuto nei cieli dell’Europa, alcuni militari si impaurivano molto con conseguente nascita di forte paura prima della loro partenza per il fronte.

Trattamento attraverso terapia Cognitivo Comportamentale

Dal punto di vista scientifico e di ricerca, la terapia che è risultata più efficace è quella Cognitivo Comportamentale e nello specifico è risultata molto efficace l’esposizione in vivo. In questa tecnica il soggetto entra in contatto realmente con l’oggetto/situazione che gli provoca paura demolendo passo dopo passo la paura. La procedura utilizzata è l’avvicinamento graduale agli stimoli ansiogeni per imparare a gestire in vivo le reazioni ansiose. L’immersione non viene fatta solamente all’interno dell’aereo ma in tutte le situazioni che gravitano attorno al volo quindi anche all’interno del terminal, durante i controlli di sicurezza, durante l’attesa l gate, ecc.

L’esposizione graduale in vivo agisce sui meccanismi descritti sopra decondizionando ed estinguendo le emozioni e quindi le sensazioni fisiche legate alla paura.

In questo articolo non andrò a spiegare nello specifico tutte le strategie cognitivo comportamentali ma solamente a fornire qualche spunto per comprendere l’efficacia di questo tipo di terapia. A tal proposito anche la Mindfulness, insieme a tutte le tecniche di terza generazione (a partire dalla fine degli anni ’90), sono fortemente consigliate per gestire e liberarsi dalla paura di volare.

Se hai domande o sei curioso di saperne di più sull’aviofobia, scrivimi a: alberto.maccabruni@studio-bios.it e sarò felice di risponderti!

Bibliografia

Bandura, A. (1969). Principles of behavior modification. New York: Holt, Rinehart& Winston

Benbow, A. A., & Anderson, P. L. (2019). A meta-analytic examination of attrition in virtual reality exposure therapy for anxiety disorders. Journal of anxiety disorders, 61, 18-26. doi: 10.1016/j.janxdis.2018.06.006

Ellis, A. (1972). How to master your fear of flying. New York, USA: Institute for rational living.

Foreman, E. I., Bor, R., & van Gerwen, L. (2006a). The nature, characteristics, impact and personal implications of fear of flying. In R. Bor & T. Hubbard (Eds.), Aviation Mental Health: Psychological implications for Air Transportation (pp. 53-68). Aldershot: Ashgate Publishing, Ltd..

Pavlov, I. P. (1903). The experimental psychology and psychopathology of animals. In 14th International Medical Congress, Madrid, Spain.

Swanson, V., & McIntosh, I. B. (2006) Psychological Stress and Air Travel: An Overview of Psychological Stress Affecting Airline Passengers. In R. Bor & T. Hubbard (Eds.), Aviation Mental Health: Psychological implications for Air Transportation (pp. 13-26). Aldershot: Ashgate Publishing, Ltd..

Autore Articolo

Dot. Maccabruni Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

psicologo varese

Per qualsiasi domanda o curiosità scrivimi ad: alberto.maccabruni@studio-bios.it e sarò felice di risponderti.

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